Chi siamo

Il tempo del “Buio”

Siamo nel marzo 2005, tempo in cui Giovanni Paolo II si ammala gravemente e ormai si preannuncia la fine del suo pontificato. C’è già chi lo piange defunto e chi, anche fra i cristiani, sostiene che deve comunque essere sostituito

“perché un Papa malato non può più essere utile per una Chiesa che deve affrontare tanti problemi, ci vogliono persone efficienti”.

Noi, un gruppetto di fedeli praticanti, andiamo in crisi e arriva per ognuno di noi un tempo di verifica di vita. Davanti alle ultime immagini della vita, della sofferenza, della malattia di questo Papa ci sentiamo interpellati e sorgono nei cuori mille interrogativi. Ci continuiamo a incontrare settimanalmente per il nostro momento di preghiera comunitaria e condividiamo quanto ci sta succedendo: i sentimenti, il dolore per l’imminente perdita di Colui che per anni ci aveva affascinato col Suo messaggio, con il Suo esempio, sempre instancabile, con la Sua fede granitica e fatta nello stesso tempo di misericordia, con il Suo credere a ogni costo nell’uomo, nel malato, nel povero, nell’anziano, nel giovane in cerca di risposte, nella donna, nella famiglia, nei bimbi.

papa karol

Noi cosa potevamo fare per Lui che aveva fatto così tanto per noi? Sentivamo di avere con Lui un “debito d’Amore”. I giorni passano, la Tv trasmette, ormai in continuazione, bollettini medici senza speranza e noi assistiamo impotenti alle Sue sofferenze, facendole nostre.
Lui ci guida verso nuovi orizzonti. Proprio in questi momenti si accende fra di noi una luce nuova. Questo Papa dal suo letto di sofferenza ci stava ancora evangelizzando e parlava ai nostri cuori.

In noi nasceva un’intuizione, cresceva un desiderio: mettere insieme per tradurre in opera la nostra fede, andare agli uomini per parlare loro della dignità di ogni essere umano, del senso ultimo della vita, della “vita come dono irrinunciabile”, del valore della sofferenza. Potevamo unire le nostre forze per portare il Suo sorriso là dove c’è solitudine, desolazione, disperazione, povertà.
Questo aveva fatto il nostro Papa, ora ci consegnava il suo esempio.

Ora tocca a te!

Come Gesù a tutti noi: “Va e anche tu fa lo stesso”, così Papa Karol in qualche modo ci stava dicendo: “Ora tocca a te”. La Sua figura una volta giovane e affascinante, ora deformata dalla malattia, ancora ci attraeva e ci spingeva a comprometterci come aveva fatto Lui.
Ci imponeva uno stile di servizio audace come il Suo e noi non potevamo far finta di non capire. Per noi stava iniziando un tempo nuovo dove dovevamo impegnarci a “uscire dal Cenacolo” per sporcarci le mani con le tante povertà dei nostri tempi.

associazione papa karolSiamo nella strada giusta: i primi segni.

La prima opportunità che ci si presenta è occuparci di dare sollievo a qualche famiglia con anziani da assistere presso il proprio domicilio.

In breve si uniscono a noi altri fratelli credenti e non, ma tutti desiderosi di mettere assieme a noi la loro “voglia di bene”: medici, un avvocato, due commercialisti, altri professionisti, persone colte e persone semplici ma dal cuore grande, tutti pronti a investire nella loro santità dando un po’ del loro tempo gratuitamente o con rimborsi modesti.

Il coraggio di un sì

Così arriviamo al 16 settembre 2005, giorno della costituzione dell’Associazione Papa Karol. A questo Papa che ci aveva guidati fin dalla nostra giovinezza dandoci il gusto delle cose di Dio, ora consegnavamo l’Associazione perché potesse continuare anche attraverso le nostre piccole mani e i nostri cuori a parlare di Cristo in una società bisognosa di tutto ma soprattutto dell’Amore di Dio in tutto.

Mission

Il nostro artigianato s’ispira alla filosofia del “riciclo intelligente”. Qualsiasi oggetto o materiale che riceviamo è potenzialmente adatto per essere trasformato in un nuovo oggetto originale e utile .

Questo modo di lavorare sostiene l’ambiente e stimola le nostre volontarie a condividere e ideare progetti sempre nuovi e originali, mettendo in movimento creatività e abilità nascoste o da riscoprire. Le ore di laboratorio diventano quindi occasione per socializzare e sentirsi in famiglia.

La carità è …

Giovanni Paolo II affermava che

“la carità non è un generico preoccuparsi dell’uomo, ma è preoccuparsi dell’uomo nel nome di Cristo. La carità che contraddistingue un’autentica esperienza cristiana favorisce una particolare concentrazione sulla dignità dell’uomo. Nella nostra società tale concentrazione assume i tratti di una vera e propria riscoperta della dignità umana.”

A tutto questo abbiamo voluto ispirarci nel nostro Statuto.

I principi che ispirano la nostra attività.

L’Associazione persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale. Offre pertanto sostegno fisico, psichico, sociale e spirituale a persone socialmente svantaggiate ed in particolare ad anziani non auto sufficienti in condizioni di disagio economico nonché anziani fragili a rischio di non auto sufficienza, minori abbandonati, orfani in situazioni di disadattamento o devianza, con un’assistenza di tipo anche domiciliare e istituendo centri diurni e case famiglia dove poter offrire un clima più familiare alle varie categorie svantaggiate e trasmettendo nel proprio operato anche i valori evangelici della dottrina cristiana quali il valore irrinunciabile della vita dal suo nascere al suo finire e la dignità di ogni uomo, di qualsiasi cultura, razza, religione, in quanto “nostro fratello in Cristo Gesù”.

Spunto importante per l’attività dell’Associazione sono gli scritti di Giovanni Paolo II:

“La vita in quanto dono di Dio va vissuta fin in fondo”.


 “… Mi richiamo all’interdipendenza e alla necessaria solidarietà che legano tra loro le generazioni, perché ogni persona è bisognosa dell’altra e si arricchisce dei doni e dei carismi di tutti”.


 “… Che la solidarietà diventi il criterio ispiratore di ogni forma di cooperazione, nella consapevolezza della destinazione universale dei beni che Dio creatore ci ha affidati”.

Da qui il nome che abbiamo scelto. Insieme per difendere ogni vita. Altri prima di noi si sono già impegnati in alcuni di questi settori. Noi vorremmo farlo ispirandoci allo stile di Papa Karol. Audace? È vero ma non impossibile!
Noi vorremmo contagiare altri cuori generosi perché “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”! Vogliamo difendere la vita anche la più povera e continuare a darle la dignità che merita.

Quando Dio crea l’uomo “vede che è cosa molto buona”! Vogliamo provare a comprometterci per non cadere in una fede fatta solo di perbenismo. Papa Karol ci ha insegnato che la fede autentica è dinamica e non conosce limiti di alcun tipo.

Lui ci continua a scomodare dai nostri ragionamenti troppo “intelligenti” per farci entrare nella follia dell’Amore che Lui oggi ha incontrato per sempre, quell’Amore che “tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.

Consiglio Direttivo
Leonardo Rivelli (Presidente)
David Fiorelli ( Vice-presidente)
Silvia Schicchi (Segretario generale)
Giorgia Arteconi (Consigliere)
Domenico De Luca (Consigliere)

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